Lo scorso dicembre Massimo Lo Campo (Consulente di innovazione) e Umberto Galimberti (Filosofo), hanno tenuto un dialogo sul tema dell’imprenditore nella sua veste di innovatore.
Alla visione dell’imprenditore-innovatore più ottimista di Massimo Lo Campo (anche consulente tecnico di Camera Buyer Italia), si è contrapposta quella più nichilista di Umberto Galimberti.
Insieme hanno provato a tracciare il profilo e le caratteristiche dell’imprenditore contemporaneo, inserendolo all’interno di un perimetro etico che faccia emergere la duplice importanza dell’uomo e della tecnica.
L’uomo-imprenditore è naturalmente tecnico o tecnicamente naturale?
Imprenditori e manager, ormai miti del nostro tempo, operano sempre più in condizioni di incertezza e di cambiamenti estremamente rapidi. Anticiparli innovando è, senza dubbio, la risposta più efficace per sopravvivere nel mercato; questo processo, però, necessita di due ingredienti fondamentali: decidere con rapidità, logica, scientificità e sfruttare il potenziale del pensiero creativo.
Una sfida non facile nell’età della tecnica, in cui la soggettività dell’uomo sembra in dissolvimento, in cui la tecnologia incoraggia sempre di più approcci analitici e deterministici, in cui si è persa di vista la responsabilità sociale delle proprie azioni.
Essere un imprenditore-innovatore, oggi, significa saper bilanciare pensiero, etica, creatività con le esigenze del sapere scientifico e applicativo; significa, insomma, oscillare tra l’essere naturalmente tecnico e il diventare tecnicamente naturale.