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    LEAM FESTEGGIA I 70 ANNI CON IL RESTYLING DEL BUILDING UOMO

    L’opening dei 600 metri quadri dedicati al menswear, segue quello del palazzo donna e completa l’importante percorso di rinnovamento intrapreso dalla nota insegna romana di luxury multibrand, fondata nel 1950.
    Il concept inedito, firmato dall’architetto Marco Costanzi, mixa innovazione, heritage e sostenibilità, creando un trait d’union tra i due building.
    In primo piano un lussureggiante giardino interno che omaggia il nostro pianeta e lo spazio “Club” dedicato a progetti speciali e alle collaborazioni con artisti, brand e creativi.

    Il risultato dell’impegnativo percorso progettuale è la manifestazione fisica della cultura e delle origini di Leam. Un concetto di store che mancava a Roma. Non ci poteva essere modo migliore per festeggiare il traguardo dei nostri 70 anni, da quando mio papà Lello Amati ha fondato, nel 1950, il primo punto vendita di abbigliamento maschile, proprio al 26 di via Appia Nuova” ha spiegato Gianni Amati, alla guida di Leam.

    “Il negozio si articola in due ambienti distinti collegati da una galleria espositiva. Il rigore formale e la luce naturale rendono la nuova galleria un vero e proprio teatro contemporaneo nel quale perdersi e farsi trasportare. Il massiccio utilizzo di cemento e specchi anticipa nei colori e nei materiali l’estetica del progetto e accompagna il cliente verso la nuova area di vendita, caratterizzata dal lussureggiante giardino di piante tropicali creato al centro dello spazio” ha raccontato Marco Costanzi.

    Il restyling di Leam parte dalla storia, con una operazione di archeologia. Si è iniziato scavando fino alla terra cruda per rivelare lo scheletro post-bellico del negozio e, quindi, tradurlo in una struttura inedita, in grado di fondere bellezza, heritage, innovazione e
    sostenibilità. L’obiettivo è garantire alla clientela un’esperienza unica di moda e lusso, di ricerca e selezione, di accoglienza e benessere, ancor prima che d’acquisto.

    L’ambizioso progetto rappresenta un ritorno al passato anche per l’architetto Marco Costanzi che, in questo nuovo lavoro, rilegge gli autori preferiti della Minimal Art americana degli anni ’60 e ’70: Carl Andre, Michael Heizer e Richard Serra. Le loro influenze sono evidenti nei materiali, nelle strutture e nella ricerca dell’equilibrio perfetto tra forma e funzione, raggiunto per sottrazione.