Persone composte e delicate che ascoltavano, si ascoltavano e si guardavano. Sorrisi pacati e calici di vino da cui sorseggiare. Questa era l’atmosfera.
La tavola era imbandita ed illuminata da una luce caldissima, invitante. Sembrava il preludio ad un pasto di condivisione non solo di cibo ma di storie ed impressioni. Tante candeline, tovaglie e tovagliette bianche e portadolci o stuzzichini a ripiani da cui poter scegliere piccoli bocconcini mentre arrivavano piatti fumanti. Il tutto in mezzo ad un perimetro di rigoglioso verde di piante che sembravano provenire da una qualche foresta, illuminata d’arancione. Ciò che prima richiamava delicatezza e purezza, si trasforma delicatamente in un banchetto in cui braccia si incrociano e calici tintinnano tra le risate.
Calorosi saluti all’entrata, mani intrecciate in fase di ascolto che si dispiegano in calorosi applausi dopo i discorsi, era chiaro che si sentivano interpellati e parte di una grande famiglia, c’era Alessandro Preziosi che scherzava e si mescolava con le altre persone.
Molte persone erano adornate di tessuti luminosi o vellutati e quell’eleganza della sera, un sacco di borsette, le mani che uscivano dai completi si agitavano per parlare di quello che credo non essere solo un lavoro, ma una passione effervescente, fatta di condivisioni, pareri e poi piano piano il corpo si smuove e la postura cambia di rigidezza, ogni piccola impostazione viene sciolta per scatenarsi in pista.