Il 22 Maggio del 2000 fu costituita in Piazza del Carmine a Milano, alla presenza del Notaio Santa Picciolo, “Camera Italiana dei Buyer della Moda” con la forma abbreviata “Camera dei Buyer”. Col tempo divenne prima Camera Italiana Buyer Moda, poi Camera Buyer Italia.
All’atto costitutivo erano presenti titolari delle più importanti luxury boutiques italiane. Tra questi: Flaminio Soncini (Tony Boutique, Magenta), Francesco Parisi (Parisi, Taormina), Giampiero Molteni (Tessabit, Como), Valter Sbaiz (Sbaiz, Lignano Sabbiadoro), Graziella Maria Bruna-Rosso (Bruna Rosso, Cuneo), Marco Ferretti (Ferretti Boutique, Cattolica), Andrea Panconesi (Luisaviaroma, Firenze), Claudio Travagli (Segreto, Ferrara), Giampiero Pomposi (Pomposi Boutique, Voghera), Alberto Grilletti (Castangia, Cagliari), Tarcisio Raimondi (Raimondi, Ravenna), Lino Ricci (Lino Ricci, Perugia), Tiziano Cereda (Biffi Boutiques, Milano), Stefano Gozzoli e Bruna Casella (Bernardelli Stores, Mantova), Mauro Sighinolfi (Della Martira, Carpi), Annalisa Marchioro (Paranà, Padova), Rosa De Fano (De Fano Boutique, Bari), Fausto Fredi (Elite, Manerbio).
STATUTO
Camera Buyer Italia prevede uno statuto, che regolamenta l’associazione ed il suo operato. I punti principali su cui si basa tale statuto sono i seguenti:
a) Promuovere, nella società, presso gli imprenditori, i consumatori e gli operatori specializzati del comparto della moda, coscienza del valore e della funzione economica, sociale e civile che la boutique rappresenta;
b) Promuovere comportamenti di trasparenza e chiarezza della Camera dei Buyer, attraverso la ricerca della qualità dei servizi resi dalle imprese di proprietà degli associati;
c) Rappresentare unitariamente i titolari di boutique multimarca di lusso, nei confronti delle autorità e amministrazioni pubbliche; enti, organizzazioni e associazioni del comparto moda Italia e all’estero; organizzazioni sindacali dei lavoratori;
d) Tutelare ed assistere, sempre e in qualsiasi sede, le aziende degli associati nell’ambito dei compiti che le sono assegnati, nonché assolvere tutti quegli incarichi che, nell’interesse della categoria, le venissero affidate dall’assemblea o, per essa, dai propri Organi Direttivi.